Thursday, March 18, 2010

Pausa in dodici ottavi

Aspetto sulla nota
per entrare
a tempo nelle cose
perfette
fintanto che
ci puoi cantare
fintanto che
ti puoi
prendere un po' in giro
per farle rallentare.
Tergiversare e
non smettere di chiedersi
se in fondo hai fatto bene
a darti il modo di
dimenticare.
Mi manca il sapore
delle risposte
di sabbia panna e
cioccolato
stampate sulla latta,
appese qualche centimetro
più in alto
della mia età.
Mi manca il cerchio che
si chiude come pista
per le biglie,
urlare
arrivato in cima
dove l'unica ragione
per piantare una bandiera
è che poi diventi vela.
E mi manca
non avere da lottare
non dovermi perdonare:
non sbagliare quasi più.
Domandarmi
che cosa c'è di bello
nei miei sorrisi al mondo
che cosa mai ci trovo
in tutto quello che
non ho.
E ancora
mi manca
il desiderio distante dal
dolore
che odora di aprile
mentire
dicendo che al mare
non ti ci porto più.
Eppure mi manca
rubarmi le parole
convincermi che il tempo
mi gioca ancora qualche
strano scherzo.
E in buona sostanza
mi manco pure io
anche se c'è chi mi segue
chiamandomi per nome
ma non è quello che
vorrei
trovassero per me.

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