Tuesday, January 24, 2012

Accadueò

Ci ho
i laghi dietro agli occhi
delle volte
ci ho.
Un secchio pieno d'acqua
che sciaborda nel petto
ci ho.
Pure delle volte ci ho
il mare nel cassetto e
le mille bolle blu
quando proprio affogo
(è raro, però).
Piscine nelle scarpe
quando rovescia il cielo.
Le pozze smarginate
se perdo le occasioni
dai palmi delle mani.
Le strade
a forma di acquedotti
se dopo mi allontano
e vasche con i pesci
se immergo i pugni in tasca.
Invece nelle vene
ruscelli canterini
di fonti in alta quota:
ci annaspa il mio respiro
se sento che sorridi
contenta che vuoi me.

Wednesday, January 18, 2012

Nel senso di come


Mi piace come mi cerchi
nel senso di come
mi trovi
e anche
di come fai
una linea rotonda
intorno a me
circonferenziale.
Mi piace come mi cogli
nel senso di come
mi sradichi e deponi
lungo il tuo corpo
e anche
di come mi capisci
per esempio
quando è il caso di metterti
tra me e le porte
che hai già per giunta
previamente inchiavato
(astuta)
Mi piace come mi avvicini
nel senso di come
accorci le distanze
tra te e l'interno
di ogni mio abito
dotato di bottoni
cerniere
oppure sollevabile
e anche
nel senso di come
ti fai avvicinare
e mi fai diventare
un posto da cui
non ti vuoi allontanare.
Mi piace come mi accorpi
nel senso di come
mi accorpi
poiché ci son parole strane
che a spiegarle
si fanno dei giri
noiosi angolari:
e questa è una di quelle
ma tu già lo sai
perfino un po' meglio di me.

Friday, January 13, 2012

A tessere il mare

A tessere il mare
ci vuol del tempo
del tempo e del talento
ci vuole di essere
Penelopi in attesa
tra un'onda e l'altra
fare e disfare:
dire, fare e disfare
lettera e testamento
imbottigliato
alla sorgente
dell'orizzonte ottico.
A tessere il mare
mica sono capace, io.
Ci vuole del tempo
un telaio enorme gigante
un arcolaio subacqueo
fare e disfare
onda dopo onda:
una pazienza assurda
e irragionevole, specie di fronte
al casino che combinano
i delfini o i pesci sega
per non parlare dei polipi giganti
fetenti adoratori casinisti
delle decorazioni
con le alghe all'uncinetto.
A tessere il mare
bisogna saperlo fare
più che altro familiarizzare
con il disfare
che è una cosa di correnti
calde, fredde; di salinità
di sciapità (non esiste, ma
ci siamo capiti)
di flussi e riflussi e deflussi lacrimali
(in mare si sa,
il pianto una mesta fine ha).
Volendo io allora
cocciuto cimentarmi
sereno tesso a riva
cardando i riflessi della risacca
e in capo a qualche mese
un maglione bellissimo avrò
color di sabbia rilucente lo farò.
Penelope, tranquilla:
poi te lo presterò.